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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Via di Monte Giordano (R. V – Ponte) (da via della Vetrina a via di San Giuliano)

Alcuni  ritengono  che  il  Monte  si sia formato con i ruderi dell’Odeon di Domiziano, altri con quelli dell’anfiteatro di Statilio Tauro [1].

... in monte qui dicitur Johannis de Roncionibus...”, sui ruderi di un antico edificio, gli Orsini [2] costruirono verso la metà del XIV secolo una poderosa fortezza, circondata  da  alte  mura,  che  guardava  il ponte  Elio  e  dominava  il  quartiere  di Ponte [3].
La fortezza costruita ed abitata da un Giordano Orsini ne prese, dopo alcun tempo, il nome.

Subì danni quando il 16 agosto 1482 “Pars palatii Ursinorum in Monte Jordano, videlicet certa domus antigua, corruit a fundamentis; adeo ut totum atrium Montis Jordani repletum fuit lapidibus et ruina...” e poi nel 1485 allorché: “Palatium Ursinorum in Monte Jordano captum, combustum disrobatumque pro aliqua parte fuit...”.
Ma il più grosso danno fu: “A dì 3 di gennaio 1503 papa Alissandro VI (Rodrigo Borgia - 1492-1503) pigliàne presone (mise in prigione) lo cardinale Orsini, l’arcivescovo de Firenze (Rinaldo Orsini) et messer Jacovo Santa Croce et tre altri parente del cardinale, et lo duca Valentino, figliolo dello detto Papa Alissandro, pigliàne (prese) Vitellozzo lo duca de Gravina che erasino (era) nepote allo Cardinale Orsino, lo signore Paulo Orsino et un capo de parte de Spoleto. Tutti li pigliàne..(prese). et poi pigliàne (prese) Monte Jordano et tutta la roba dello cardinale Orsino, et fu de  martedì mattina...A dì 4 dello stesso mese uscine (uscirono) de presone Jacovo Santa Croce, colla pregiaria (riscatto) de 25.000 ducati et (cosi´ fecero) Mariano et Stefano de Francesco, Prospero Santa Croce et Jacopo Alberino et Stefano dello Bufalo et alli 5 di detto mese andàne (andarono) lo figliolo de Papa Alissandro con Jacopo Santa Croce a pigliare (si impadronirono di) tutto lo stato de Casa Orsina et de Savelli. Questo figliolo del Papa...tolse tutto lo argento de Jacopo Santa Croce”.

Mezzo secolo dopo, Giordano Orsini che, insieme a Giulio e Giovanni, si era sottratto all’arresto, fece un armistizio col Papa, ma il 18 agosto, alla morte di Paolo IV (Gian Pietro Carafa - 1555-1559), insieme a Fabio Orsini e al figlio di quel Paolo Orsini, che il Valentino aveva fatto uccidere a Città della Pieve dal Micheletto[4], rientrò in Roma con 2000 fanti e molta cavalleria, e “nello canale del ponte (via Banco di Santo Spirito) et Pozzo Bianco (Chiesa Nuova) quanti (spagnoli) trovarono, tanti ne ammazzarono e ripresero la fortezza".

Ma nel 1527 il palazzo degli Orsini fu dai lanzichenecchi [5]arso et posto al fondo... parve s'inabissasse el mondo ai gridi, agli lamenti e gran fiamme” .

Restaurato e trasformato in sontuosa civile abitazione, accolse da allora personaggi d’alto rango.

Nel 1549, da Camillo Orsini fu ceduto “ad vitam” al cardinale Ippolito d’Este, fratello del duca Alfonso, che vi accolse Bernardo Tasso col figlio Torquato che, settenne, frequentava una scuoletta in Parione e si recava ”saepe in Foro Agonali Romae ambulantem”.

Ad altri personaggi seguì il cardinale Maurizio di Savoia (1593-1657) ed in un avviso del 18 dicembre 1621 si legge: “Li ministri del Signor cardinale Savoia hanno di già pagato il primo termine della pigione del palazzo di Montegiordano, sgombrato dalli signori Orsini, che per loro uso, in assenza del signor duca di Bracciano, hanno preso il palazzo del marchese Salviati alla Longara”.

Fu questo, per il palazzo, il periodo del massimo splendore.
Famosi i banchetti, famosissime le feste che vi si davano. In una di queste, il cardinale di Savoia, per celebrare la nomina di Ferdinando III (1637-1657) a Re di Roma,  spese 30.000 scudi "per fare, avanti il palazzo degli Orsini da Montegiordano, un portico superbissimo, parte finto e parte vero, tutto di tele dipinte a colori di pietra con scrittoni (scritte) et statue et armi indorate, che fu cosa bellissima”.
Vi costruì un teatro “che cominciava avanti detto portico et entrava nella piazza di Montegiordano” vi fece accendere fuochi artificiali ecc.
Nel cortile “per passar tempo de’ giorni caldi, il signor cardinale di Savoia fece fare alcune cacce di orsi, tori e cani".
Pure nel cortile, fin dal '500, convenivano, per il gioco del pallone, i patrizi romani.

Fu qui che Fulvio Alberini, nel 1581, con la maschera in uso, dopo essere entrato nel palazzo, sparò due archibugiate al napoletano Ascanio Ruggero. Pur non avendolo colpito, Gregorio XIII (Ugo Boncompagni - 1572-1585) ordinò che la notte stessa fosse decapitato in prigione e poi posto in ponte Sant’Angelo alla mostra del popolo, benché avessero impetrato per lui influenti personaggi e il cardinale Farnese.

Sotto Clemente VIII (Ippolito Aldobrandini - 1592-1605), alla fine di una partita, vi fu pure arrestato nel 1599, dal Bargello che lo aspettava fuori, Onofrio Santa Croce, che pagò con la testa il matricidio commesso.

Accadde lo stesso a Marcantonio de’ Massimi che fu arrestato nel palazzo, mentre anche lui giocava a pallone (1599), per aver avvelenato il fratello maggiore [6].

I Gabrielli nel ‘700 acquistarono il palazzo, oggi Taverna, e lo ridussero com’è adesso (Taverna).

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[1] )            Ambedue gli edifici sono oggi localizzati in luoghi diversi da quello di Monte Giordano.
L’Odeon di Domiziano si crede fosse posizionato sotto il palazzo dei Massimi (vedi Piazza dei Massimi - Parione), mentre l’anfiteatro di Statilio Tauro si pensa abbia concorso alla formazione del Monte dei Cenci, senza che ne sia stata trovata la prova archeologica.

[2] )            Gli Orsini furono creati principi, nel 431, per privilegio dell'imperatore Teodosio II (408-50).

[3] )            Anche in quello di Parione gli Orsini possedevano due palazzi turriti: quello dell’“Arpacasa o Arpacata” a Campo dei Fiori, e l'altro in Agone, dove fu trovata la famosa statua di Pasquino (attualmente palazzo Braschi). Altre torri possedettero in Roma e feudi numerosi nello stato pontificio e perfino in Sicilia e, come dice il Mormoni, mancò poco a loro “di cingere la corona in Lombardia e in Toscana, se il Papa della casata fosse vissuto più a lungo” (Nicolò III 1277-1280). Altre case ebbero gli Orsini sul Montegiordano dove erano pure parecchi alberghi e parecchie botteghe di rigattieri qui trasferitisi dalla Suburra (secondo il Martinelli: “A Montegiordano stanno lì Rigattieri, i quali, al tempo di Galeno, abitavano nella Suburra”). Gli Orsini si spingevano pure con una torre fin sull'odierna Piazza dell'Orologio, torre che veniva chiamata la torre del Campo.

[4] )            E così Vitellazzo Vitelli, Oliverotto Uffreducci e gli altri che si erano proposti di eliminare il Valentino, ma che da questi, presi con l’inganno, furono torturati e torcolati dal Micheletto. Fu questo il “bellissimo inganno” di Senigallia, che Machiavelli chiamò “impresa rara e mirabile” e che fruttò al Valentino i rallegramenti di tutte le corti italiane.

[5] )            Nel censimento fatto da Clemente VII (Giulio de´ Medici - 1523-1534) tra il novembre del 1526 e il gennaio del 1527 la popolazione risultava per una “suma (numero) de cinquanta mille et trentacinque bocche”.

[6] )            Il pontefice Clemente VIII (Ippolito Aldobrandini - 1592-1605) poteva mostrarsi più misericordioso, perché in quello scorcio di secolo, i signorotti romani avevano imperversato con feroce delinquenza: Germano Orsini aveva ucciso suo fratello Napoleone; Vulpio Orsini strozzata sua moglie Porzia; Pompeo Colonna la congiunta Livia; Sciarra Colonna la sorella; Giovanni Savelli la moglie Isabella Medici; Ludovico Orsini la Vittoria Accoramboni a Padova, parricidio Cenci; matricidio Santacroce; matricidio e fratricidio de’ Massimi ecc.

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Lapidi, Edicole e Chiese :

- Via di Monte Giordano

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